Due nuovi articoli per il gruppo di interesse: 1) Il disgusto morale e quello fisico hanno caratteristiche psicofisiologiche differenti. 2) Dal mind wandering ad una forma di pensiero ripetitivo. Per scaricare il pdf. cliccare sui riferimenti bibliografici.

Due nuovi articoli per il gruppo di interesse: 1) Il disgusto morale e quello fisico hanno caratteristiche psicofisiologiche differenti. 2) Dal mind wandering ad una forma di pensiero ripetitivo. Per scaricare il pdf. cliccare sui riferimenti bibliografici.

1)

Ottaviani, C., Mancini, F., Petrocchi, N., Medea, B. e Couyoumdjian, A. (in press). Autonomic correlates of physical and moral disgust. International Journal of Psychophysiology.

Lo studio descritto in questo articolo riguarda un tema importante che si basa sull’idea secondo cui una singola emozione, come il disgusto, possa essere caratterizzata da aspetti distinti (valutazione soggettiva, e misure psicofisiologiche). Nello specifico, sono state delineate differenti caratteristiche, soggettive e autonomiche, che consentono di differenziare il disgusto fisico da quello morale. I partecipanti sono stati sottoposti a due differenti condizioni di induzione emotiva, disgusto fisico e disgusto morale, e durante l’esperimento veniva registrata la variabilità interbattito (HRV). Sono stati inoltre somministrati la DS-R e l’OCI-R per controllare la sensibilità al disgusto e la tendenza ad aspetti osessivo-compulsivi. I risultati emersi sono interessantissimi. Entrambe le condizioni elicitavano il disgusto, ma specificatamente la condizione di disgusto morale suscitava una sensazione di sporco, mentre la condizione di disgusto fisico suscitava indignazione e disprezzo. Inoltre, le due condizioni di disgusto risultavano associate a pattern autonomici opposti. Il disgusto fisico era associato ad un aumento dell’attività parasimpatica e a nessuna alterazione della variabilità interbattito (HR); diversamente, il disgusto morale era associato ad una riduzione del tono vagale, ad un aumento della variabilità interbattito (HR) e ad uno squilibrio autonomico. Questi risultati indicano che il senso di immoralità ha le stesse origini biologiche del disgusto fisico solo nei soggetti che presentano aspetti ossessivo-compulsivi. Quindi, il disgusto può essere considerato una risposta emotiva eterogenea che varia a seconda delle valutazioni basate sulla contaminazione effettuate dagli individui.

2)

Ottaviani, C., Shapiro, D. e Couyoumdjian, A. (in press). Flexibility as the key for somatic health: From mind wandering to perseverative cognition. Biological Psychology.

Il mind wandering (MW) è stato definito come una modalità di funzionamenteo mentale di default. È quindi considerata un’esperienza comune a tutti gli individui anche se, talvolta, può diventare disadattiva e portare ad una forma di pensiero ripetitivo. Lo scopo di questo studio era confrontare i correlati cardiaci e cognitivi della cognizione perseverativa (PC) e del MW. Hanno partecipato allo studio 73 persone sane, e sono state sottoposte ad una procedura di richiamo mnestico in due differenti condizioni: in una dovevano ricordare un episodio neutro, nell’altra un episodio rilevante a livello personale. Dopo l’intervista, i partecipanti eseguivano un tracking task di 20 minuti, mentre veniva registrato l’elettrocardiogramma. Secondo i risultati, la cognizione perseverativa era associata ad alti livelli di inflessibilità cognitiva (tempi di reazione più lenti, massima intrusività del pensiero, sforzi per inibire ipensieri), a rigidità autonomica (bassa variabilità interbattito), e ad un peggioramento dell’umore, rispetto alla condizione in cui i soggetti dovevano concentrarsi sul compito o sull’attività di MW. I risultati suggeriscono che il MW può non avere una funzione adattiva, e può portare ad un pattern cognitivo rigido e inflessibile (PC), diventando un fattore rischio per la salute mentale.

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